Non si può rispondere in modo generalizzato a questa domanda. La riforma riguarda in primo luogo i salariati assicurati in una cassa pensioni che offre unicamente le prestazioni minime previste per legge o poco più. In particolare le persone con redditi modesti beneficeranno di una migliore copertura assicurativa. A tale scopo, verseranno ogni mese, insieme ai propri datori di lavoro, contributi di risparmio più alti rispetto a quelli attuali.
Oltre due terzi dei salariati dispongono di una previdenza professionale che prevede prestazioni ben al di sopra di quelle minime stabilite per legge. La riforma non avrà dunque alcuna ripercussione diretta sulle loro rendite. Queste persone sono infatti assicurate nel cosiddetto regime sovraobbligatorio.
Meno di un terzo dei salariati è assicurato esclusivamente con le prestazioni minime LPP o poco meno. Con la riforma queste persone verseranno, insieme ai propri datori di lavoro, contributi più alti e avranno quindi un avere di vecchiaia più elevato. Successivamente riceveranno dunque una rendita più alta. Tuttavia, in alcuni casi la riforma potrà tradursi in rendite più basse nella previdenza professionale obbligatoria (cfr. scheda informativa «Riforma LPP: chi sarà interessato?»).
Per sapere se si è assicurati nel regime obbligatorio o sovraobbigatorio si può consultare il certificato di previdenza rilasciato dalla cassa pensioni o chiedere a quest’ultima.